Ad un mese dalla fine dei festeggiamenti dei Santi Cosma e Damiano, il presidente del Comitato Feste Patronali della Parrocchia dei ss. Medici Lorenzo Pugliese traccia il bilancio di questo 2023 e guarda già al prossimo anno.
Come si organizza una festa patronale come quella dei ss. Medici? Quanti risorse economiche e umane richiede?
Il Comitato Feste Patronali della Parrocchia dei SS. Medici si occupa dell’organizzazione della festa civile. È un notevole impegno e con il Comitato collaborano circa una trentina di persone. Ci sono le squadre dei questuanti che provvedono alla raccolta delle offerte; c’è chi si occupa di tenere in ordine i mantelli dei portatori, chi delle processioni, chi della segreteria e della tesoreria, chi della rivista, chi della musica leggera e chi dei gruppi bandistici; c’è chi gestisce le risorse economiche e, infine, ci sono il presidente, il vicepresidente e l’arciprete Don Leonardo che coordinano tutta la macchina organizzativa . A dare una mano ci sono anche i collaboratori temporanei come, ad esempio, il Ser (Servizio Emergenza Radio) che provvede all’allestimento dell’area per i fuochi d’artificio. L’organizzazione della festa è complessa e comporta un impegno lungo che necessita di programmare tutto nei minimi dettagli. La priorità è senz’altro l’accoglienza. La parte organizzativa della festa civile, le luminarie e le processioni sono aspetti importanti ma secondari.
Qual è il bilancio della festa di quest’anno? Quali differenze avete riscontrato rispetto al passato?
In questi anni è cambiata per forza di cose. Per due anni abbiamo fatto feste ridotte e c’è stato un dibattito anche su questo. Nel 2020 ho ritenuto opportuno che i segnali di base della festa ci fossero: la banda e la diana della mattina. Nel 2021 abbiamo organizzato qualcosa in più. Nel numero dei portatori, invece, c’è stato un cambiamento perché abbiano perso alcuni devoti e la paura del Covid non ha aiutato. Alla processione del 28 settembre hanno preso parte circa 27 squadre con sedici portatori ciascuna, qualcuna in meno del passato. Di 700 portatori, più di 200 vengono dai paesi limitrofi oppure da più lontano. C’è gente che si iscrive anche senza portare i santi e tanti lo fanno in ricordo dei genitori o dei nonni. Quello che abbiamo riscontrato quest’anno è una ripresa e tanti giovani si sono avvicinati. Noi incentiviamo i ragazzi sotto i 21 anni con una riduzione del contributo per agevolarli e, soprattutto, per creare un legame. Adesso il mio intento è di riportare ad Alberobello gli alberobellesi che vivono fuori nei giorni di festa.
Conclusa la festa, di cosa si occupa il Comitato?
Dal 29 settembre in poi bisogna onorare gli impegni presi. Si tirano le somme, si pagano le spese e, subito, si fissano i paletti per la festa dell’anno prossimo. Si inizia a pensare, ad esempio, alle luminarie e a prenotare le bande. Subito dopo si fa il punto della situazione sulle criticità e, entro marzo/aprile, bisogna avere già tutto pronto.
Il Comitato Feste Patronali è pronto al cambio generazionale?
Il cambio generazionale si è fermato a metà. Il nostro gruppo è composto prevalentemente da uomini. Il mio obiettivo è quella di coinvolgere più donne. Al momento ce ne sono soltanto due, per questo ne approfitto anche per lanciare un appello a chiunque volesse dedicarci il proprio tempo. Alberobello è l’unico comitato ad avere una rappresentanza femminile ridotta. A questo si aggiunge la necessità di un ricambio generazionale. Noi siamo pronti a trasferire le nostre esperienze e a fornire il nostro supporto ai giovani che decideranno di prendere in mano il Comitato.